giovedì 31 gennaio 2008


sincerità

verità

libertà

si racconta che all’alba dei tempi
la verità fosse uno specchio limpido
un giorno però cadde a terra
e si ruppe in mille schegge
ogni uomo ne prese una
e vedendo riflessa la sua immagine
nel pezzetto che teneva in mano
cominciò a credere di possedere l’intero specchio

…devo averne presa più d’una!

…tanto da dire
e tutto terribilmente confuso

sembra che le parti che mi compongono
abbiano fatto una dichiarazione d’indipendenza
e divenuti sordi a qualsiasi richiamo

stasi caotica
…il mio coro fermo annaspa

sabato 26 gennaio 2008


ho bisogno di ordinare
ho bisogno di ordine geometrico e simmetrie
per orientarmi

mi osservo sempre più spesso con lo sguardo fisso sul
…nulla

non sono ancora riuscita a comprendere dove vado con il pensiero
…non rimane traccia d’escursione

l’estraniarsi in totale assenza
di flussi di pensiero

assenza …

la mia attenzione compare
nel medesimo istante dell’abbandono dell’estraniarmi

non conservo nulla se non lo sguardo vacuo
e la mia attenzione lì

stranamente
non nutro desiderio di rientrare in quel mio corpo estraneo

non vedo nulla

o i miei sensi non sono in grado di percepire quel quid
abituati come sono
a scorgere ciò che la vista meccanica gli imprime?

geometrie e simmetrie

cosa mi spinge?

cos’è e dov’è il propulsore?

dove sono ubicati i miei pensieri di oggi?
e quelli di ieri?

ed i ricordi?

può una porzione di mente piccolissima
racchiudere tutta quella quantità di flussi
che m’attraversa e m’ha attraversato?

il piccolo che contiene il grande?

correnti di pensiero…

attingere a loro nel richiamarli quando lo desidero
o quando compaiono senza ragione apparente
cosa e chi li governa?

quanto son “padrone”
dei miei flussi di pensiero?

quanto li dirigo io?
quanto seguono una via tutta loro?

rilevo la dispersione in associazioni
quando son liberi dalla mia attenzione

chi prende in carico la dispersione?

e perché tutte le volte che li incanalo per seguire comparazione
devo sorvegliare e imprimere volontà alla mia attenzione
perché non si distolga?

cosa mi compone?

è quella legione di figuranti che cerca di impossessarsi
ognuno in forza a se di filamenti di pensiero
chi è?



troppe domande
nessuna risposta

domenica 20 gennaio 2008


vuoi farmi compagnia?

le seggiole sono un po’
…sgangherate

ma l’orizzonte è infinito…

mercoledì 16 gennaio 2008


il mercato della domenica
i visi e i sorrisi
il cedere il passo col volto aperto e curioso
queste facce antiche dagli occhi giovani e giocosi

l’impressione tangibile
che ti sorridano da dentro
…l’espressione facciale
l’ultimo stato di comunicazione

ho tolto le scarpe
e sono entrata nella moschea
un imam recitava il corano nella nicchia dedicata
…l’impressione fortissima
che il divino non ha nomi di uomini
e che puoi trovarlo ovunque

la dualità è parte dell’uomo
e la ricerca d’equilibrio
l’unica strada per tutti gli uomini a qualsiasi latitudine ed in ogni rito

l’equilibrio la serenità la pace
- sono forse sinonimi? -
in un unico desiderio
mentre percorro i tre giri rituali attorno all’antico tronco di gelso
in un monastero sufi

è piccola la mia pallina di filo
che ho lasciato tra le pieghe del tronco di gelso
in ricordo del mio desiderio
…mentre ho coscienza
che sarà grande la fatica
nel provare a realizzarlo

non ci sono più riti
e i desideri sono divenuti voglie

mi segue da un po’ la bimba
m’apostrofa in una lingua che sa di franceseingleseitaliano
chiedendomi il nome

mi regala il suo
in un suono che non riesco ad articolare

mi sorride e m’accarezza il braccio
camminandomi accanto

la guardo
…sorride
mi chiede se può darmi un bacio

ed io l’abbraccio baciandola
come se fosse la mia ancora di salvezza

…non riuscirò a mettere in parole
l’impressione ricevuta
lì dove è sorta non esistono

questa sera dopo cena
ho fatto il bagno turco in una struttura del XVI secolo

sono soverchiata dai passi dalle parole dagli umori delle donne
che prima di me hanno soggiornato in questo luogo

chissà di quanti pianti e sorrisi
è scrigno questo luogo!
…anche se ti consigliano appena entrata
di lasciare tutto fuori

un susseguirsi di stanze illuminate solo da pochissime candele
in un alternarsi di caldo-freddo

la sensazione tangibile di pulizia

dovrei imparare a depurare e pulire
anche i miei pensieri

so che dovrei smettere di scrivere
e smettere di ricordare
è un esercizio sterile
se veramente voglio vivere il qui ed ora

dal giardino del mio albergo
vedo le finestre fiocamente illuminate
della madrassa
gli studenti continuano a studiare anche a quest’ora?
…quanto vale il sapere attraverso le parole?

questa madrassa
è una delle pochissime ormai rimasta aperta
mi si dice
le tante esistenti
sono state trasformate in bazar
sono state cangiate in luoghi commerciali per turisti
…quanto vale il sapere?

la simmetria e il doppio nelle madrasse
la dualità ripresa ovunque
anche con uno specchio d’acqua
lì dove non si è potuto costruire
nei decori e nell’architettura:
non in contrapposizione
ma come poli di un tutt’uno

sorrido:
devo smettere di scrivere e fotografare

tregiugnoduemilasette h 00:40 bukhara

venerdì 11 gennaio 2008


potrei guardare
il susseguirsi ipnotico delle onde
per ore

…annullo pensieri che si generano
senza essere convocati
nel frangersi di ognuna

sabato 5 gennaio 2008


cammino al confine tra acqua e sabbia

il mare innalza colline di spuma
prima di incontrarmi
…e lo fa dolcemente

le canne e le alghe
danzano ad un ritmo vorticoso
che solo loro odono

il cielo plumbeo
l’orma dell’onda sulla sabbia descritto dai residui d’alga
l’aria satura d’acqua

ritorno sui miei passi
…non ci sono impronte a cui rifarsi
non le riconoscerei

non sono la stessa

assaporo il qui e ora
e più non domando


tra le sfere di alghe intrecciate e pattume vario
una forma cattura il mio sguardo

ho difficoltà ad identificarla

mi avvicino timorosa

le lenti dei miei occhiali sono piene di acqua vaporizzata
dall’infrangersi dell’onda

è una tartaruga

…sembra dormire

ha occhi e bocca coperti di sabbia

la tocco

spero si muova

è morbida lì
dove la sua corazza non ricopre capo e pinne
se così si chiamano

non si muove

non so che fare mentre il mare continua la sua eterna canzone
…sempre uguale
sempre diversa
incurante di tutto

alcuni cani girellano lì attorno

la consapevolezza
che la tartaruga è morta
mi fa superare il limite della paura dei randagi
e cerco di allontanarli
...non voglio che diventi il loro pasto

mi guardo attorno
...guardo il mare

non importa se mi bagnerò braccia gambe e paltò

aspetto l’intervallo tra un’onda e l’altra

...strano
il mare sembra si sia chetato
consentendomi di depositarla
senza bagnarmi
dove s’è adagiata l’ultima onda
…per poi ricominciare con le alte colline di spuma
tanto da farmi allontanare in fretta

dopo che la prima onda l’ha coperta dolcemente
…non sono riuscita più a vederla

mi piace pensare che sia ritornata al mare
mi piace pensare che sia tornata a casa

dov’è la mia?

riprendo i miei passi
il qui e ora si è infranto come l'ultima onda
e un turbinio di pensieri accennati mi sommerge

…respiro quell’aria mista ad acqua
non sapendo dove sia il mio orizzonte