mercoledì 25 febbraio 2009


deliri in notturna

sempre tre punti, mai più di tre, mai meno di tre
chissà mai perché
chissà cosa racchiude la sequenza di questi minuscoli enti geometrici

ombre…

punti per riprendere fiato
per raccordare pensieri
o semplicemente per non riuscire ad esprimere
quel che mi porto dentro

è da poco
che son ricomparsi i miei dialoghi interiori adolescenziali
costituiti dal pesce rosso che girella in tondo nella boccia
e scale verdi che s’innalzano su infinito

dialoghi a colpi d’immagine di ieri
fusi e confusi con quelli odierni

un’immagine più che illimitate parole

la colgo e riesco a conservarla
le parole siano esse perfette
hanno sapore e profumo d’evanescenza

il trillo del telefono
mi ha distolto dal mio peregrinare associativo
una voce che canta lusingandomi
… hai sbagliato, dico
… sono () non mi riconosci?
no, rispondo, ho conosciuto qualcuno con quel nome, ma non possedeva questa voce
… chiudo

guardo l’ora: 1,45
sorrido, qualcuno ha voglia di giocare
con parole e suoni nella notte

è incredibile come basta poco
la rifrazione di un’onda luminosa o sonora
la registrazione di un’impressione in déjà vu
per avviare la produzione di voli pindarici senza soluzione di continuità

comprendo
che riesco a cogliere particolari, percezioni, di quel che chiamo vivere
solo in taluni momenti della mia giornata, e non tutti i giorni

… essere sintonizzato, vigile, attento
per cogliere
… ma riesco sempre a farmi fagocitare dall’ordinaria giornata

… non riuscendo neanche a percepire
quando viro dall’ordinario allo straordinario…

lunedì 16 febbraio 2009


è uno di quei giorni che richiamano i ricordi

quando ero bimba
in giorni come questo
con un sole caldo e un vento gelido
le donne approntavano un riparo a ridosso delle case
controvento
con dei bastoni e coperte
per assaporare quel caldo sole invernale
che sapeva già di meriggi estivi

ci si stipava tutti in quell’angolo protetto
noi bimbi rannicchiati per terra
sotto le sottane delle mamme e delle nonne
sedute su seggiole e furrizzi

erano cieli tersi
di un turchese che feriva gli occhi
con nuvole dalle forme capricciose e cangianti
che erravano
trasportandoci in mondi lontani
quando ci si distraeva dalle parole delle donne
che facevano da colonna sonora insieme al sibilo del vento
quando si insinuava tra le pieghe delle coperte
facendole sembrare vele tese

pomeriggi
dove l’arte del criticare si esercitava lasciando più spazio
all’attrice più brava
dipanandosi in vociare bisbigli risate e mimi

pomeriggi tiepidi assonnati cheti
di bimba
che assaporava l’ora non curandosi di null’altro

qualche carezza distratta sfiorandola insieme ai sorrisi delle donne
e un porgere sollecito di uno spicchio d’arancia succosa
la riportava momentaneamente in quell’angolo assolato protetto

ma erano pochi istanti di aderenza e attenzione
…il viaggio la riprendeva
il viaggio era la meta

venerdì 6 febbraio 2009


i miei movimenti
...sempre troppo repentini
o troppo lenti

erro...
cado in errore
o cammino infinito?

erro nell'errare
o erro errando?

se non pongo la giusta domanda
non arriverò mai alla risposta!

continuo a lanciare
l'amo

amo
ed è composto
da infinite particelle d'essere
...le mie

ahimè!

ri-torna
e la sua forma è tale
che divento esca
mutandomi in preda di me stessa

sbriciolarsi sorridendo