lunedì 29 giugno 2009


approccio al ben essere

l’attenzione presente senza richiamo

l’assetto naturale pur nella costrizione

la presenza vivida nella chete

il susseguirsi di colori docili e sinuosi

l’espandersi rilevato

il bisogno di un respiro primario
per marcarlo contenerlo e alimentarlo

poli opposti coesistenti
senza conflitto

accolgo
il passaggio lento e straordinario
di questa materia che da grezza vira al raffinato

lunedì 22 giugno 2009


donne
il riconoscersi
al di là dei confini politici razza lingua e religione

mi sono persa
il gruppo è sparito dalla mia visuale
dietro l’angolo

sono un attimo disorientata
yazd so a malapena dov’è sulla carta geografica

sono sospesa

mi guardo attorno, ma non vedo nessuna pasticceria
meta del gruppo

due donne zoroastriane non più giovanissime
le si riconosce per il velo non nero e dall’abbigliamento meno severo
mi sorridono e salutano con abbondanza di gesti
scaldandomi

ritorno sui miei passi

il gruppo non può aver percorso tanta strada
ero a pochi metri da loro!

doppio l’angolo
…e proprio lì
l’ingresso di una pasticceria affollatissima
con all’interno veli colorati

eccoli!

entro e girello un po’ all’interno dopo essermi raccordata
con le papille gustative in attesa

le due donne zoroastriane
mi vengono di nuovo incontro
…e son sorrisi e gesti di saluto
come tra vecchi amici

fanciulle ardite
mi contornano chiedendomi in inglese
la nazionalità ed il nome

le domande che mi sento rivolgere
sono ormai le medesime da quando sono arrivata in questo paese
ti piace l’iran?
ti piacciono gli iraniani?

e come potresti dir di no
a queste donne a questi giovanissimi uomini
che ti abbracciano con gli occhi?

mi sento una diva del cinema per quante foto mi hanno fatto

io …che detesto essere fotografata!

l’insegnate delle fanciulle ha studiato a perugia

è emozionata nel dialogare

il suo buon giorno ha un sapore esotico
la difficoltà di ricerca nel vocabolario polveroso della mente
è evidente
ma il gusto che ne scaturisce
è questo desiderio di scambio che cogli nella voce nel corpo
e soprattutto negli occhi
suoi che vedo miei che sento e che l’incoraggiano

la pasticceria è satura di corpi

la temperatura elevatissima e la cacofonia
mi spingono verso l’uscita

le zoroastriane hanno appena pagato i loro dolci
mi vedono
e stavolta si fermano

mi parlano
non capisco una sola parola
ma il senso e lo spazio tra quelle parole è chiarissimo

sono vicinissime

una delle due mi prende la mano e con essa si carezza il viso
avvicinandomi ulteriormente a lei
l’altra mi pone la mano sulla spalla e mi bacia la guancia

un attimo eterno di intensa emozione mi prende
…questo darsi incondizionato

le abbraccio e le bacio anch’io
con una partecipazione primordiale
dove non esiste mediazione né diniego da nessuna parte di me

il germe di lacrime s’accende e satura
quell’emozione che tocchi dall’interno e dall’esterno
lo registro e lo lascio
…avrò tempo e modo di tornarci con il cuore

questa unità totale
fisica ed interiore mia unita alla loro
fa sì che improvvisamente sparisca temperatura alta cacofonia
pasticceria e tutto ciò che contiene
tranne noi

continuiamo a stringerci mani carezzarci visi e spalle
verbalizzando ognuno nella propria lingua


parole
quanta importanza diamo sovente alle parole
scordandoci il resto!

qui
adesso
per questo momento che vivo, ed il vivo è partecipe
il vivo è un cerchio che mi racchiude e mi apre al medesimo tempo
le parole perdono importanza
il calore del suono della voce la dolcezza ed intensità dei gesti
non han bisogno di interpreti

mi lasciano
ed il loro buona fortuna inglese mi accompagna

…resta il mio essere in festa

yazd 29 aprile 2009
due mesi fa mi trovavo a teheran
tra quei viali oggi pieni di sangue e coraggio
due mesi fa
non avrei potuto immaginare
dietro quei visi e sorrisi accoglienti
la speranza per un cambiamento possibile

l’apertura dei confini da parte del regime
l’afflusso di gente occidentale
il confronto con questi ultimi
l’illusione divenuta quasi certezza di dirsi: siamo alla fine tutti uguali
si è scontrato con quell’esercizio di potere
che è tipico dei piccoli uomini che hanno timore di perderlo

ho provato ripetutamente
a mettermi in contatto attraverso sms ed e-mail
con le persone con cui mi sono relazionata
senza esito

l’attesa e la speranza l’unico movimento che oggi ho

l’ideogramma cinese che esprime il concetto di crisi
e composto da due parti: pericolo ed opportunità
…voglio sperare nella seconda

mercoledì 10 giugno 2009


norberto ha consumato tutte le energie
per il ritorno

non riesce a trovare più la strada
per il ritorno

norberto continua a chiedere a chiunque
se conosce la strada per l’altrove

norberto stamattina è disteso su un prato profumato
il cielo è terso
di un turchese che ferisce gli occhi

ho la mela in mano, mi dice
la tocco, la osservo, la sento
ma non riesco ad arrivare al seme

quel seme che mi consentirebbe
di conoscere la mela nella sua interezza
nella sua intrinseca natura senza sezioni
…vorrei tanto sentirne il gusto

vieni qui accanto, continua
ho voglia di raccontarti una storia
…avvicinati
non mi va che gli altri sentano

mi siedo sull’erba
le gambe distese, le spalle sorrette dalla braccia
…alzando lo sguardo incontro il rocciamelone
che si staglia immenso davanti a me
lo guardo con un sorriso riconoscendogli la maestà
e sono pronta all’ascolto

ha lo sguardo serio norberto
serio e concentrato
guarda l’azzurro, perso forse in quell’altrove
che non riesce ancora a trovare

hai presente l’italia? mi dice

annuisco

non è quel che credi

è l’ultimo dei draghi, talìa
che nell’antica lingua significa
guardare osservare

un mago con un incantesimo lo ha salvato da morte certa
nell’ultima guerra dei draghi
dandole un sonno profondissimo
adagiandolo in questo lembo di mare mediterraneo
perché non venisse identificato
…questa enorme S splendidamente camuffata
un po’ emersa un po’ sommersa

sono legati, il mago e talìa
da un immenso affetto e dallo stesso intento
nonostante la loro diversità

se provi a guardare la penisola
la parte più evidente la puoi vedere mascherata nelle alpi:
è la coda ancora in superficie

talìa è adagiato sul fianco destro
la testa riposa in sicilia
ha la bocca spalancata il collo sprofondato nello stretto
e la sua dorsale la tocchi su tutto l’appennino

le sue scaglie sono le montagne e le colline
maestose e dolcissime impervie e calme

dorme talìa
ma il suo spirito indomito si ribella a questa condizione
è l’unica espressione che il mago amico non è riuscito a chetare
lo sa il mago che è una terribile condanna per il drago
forse peggiore della morte

l’unica manifestazione dell’essenza del drago
la trovi in quel mondo verde che lo ricopre
alberi imponenti e solenni
erbe delicate e rigorose
fiori …ah, che dire dei fiori

tu non ti rendi conto
siamo distesi, tu ed io, e non solo
su questa natura vitale
morbida tenace variegata sinuosa nel suo profumo

continuiamo a ferire talìa giorno dopo giorno
perforiamo le sue scaglie per spostarci più velocemente
piantiamo alberacci di metallo per assicurarci energia e comunicazione

degli stupidissimi lillipuzziani siamo

è cambiata la nostra percezione di buio e luce
sono cambiati gli incontri e lo scambio
gli intenti comuni

…chissà dov’è finito il mago

non mi stupisco sai, dei brividi che ogni tanto colgono talìa

scuote il suo corpo
per cercare di colmare i vuoti creati dentro le sue scaglie
e per liberarsi dagli alberacci ferrosi

deve essere orribile non potersi librare in quest’azzurro

in quest’azzurro proietta il suo dolore, tutta la sua sofferenza
dall’unico varco che il mago gli ha lasciato per poter respirare

da qui fuoriesce tutta la sua malinconia la sua ira e il suo tormento
in modo magmatico
esplosivo calmo e ineluttabile

ehi!
ma mi ascolti?

certo che mi ascolti
hai quel sorriso sciocco sulla bocca…

lo sapevo che mi sarei reso ridicolo
raccontandoti ciò

non sei ridicolo, amico mio
e se credi di esserlo
allora sono ridicola anch’io

mi sono persa tra le tue parole
ho visto il mago il drago e il mio papà

le tue parole non mi sorprendono sai?

proprio no

forse in cuor mio l’ho sempre saputo

ricordo che
quando ero piccola, il mio papà mi portava in un luogo
chiamato il petto del dragone dove crescevano cespugli di uvaspina
qui mi diceva sorridendomi
i frutti sono superbi e non raggiungono questa perfezione di bellezza e gusto
in nessun altro luogo
raccogliendone alcuni perch’io potessi assaggiarli

il cuore e il capo del drago coincidono?

norberto ride di gusto

poi improvvisamente si fa serio

secondo te, chiede
l’altrove
il mio altrove è nel cuore del drago?

empedocle con il suo mondo apparente del divenire
ingannevole con la conoscenza sensibile
non è tornato dal suo altrove per renderci edotti
gli dico con voce improvvisamente divenuta allarmata

la rinuncia non è contemplata
ed empedocle si è pregiudicato il mondo al di là dell’apparenza e del sensibile

ognuno ha il suo altrove
nascosto tra le pieghe del drago

tu lo hai trovato il tuo altrove? continua

il mio altrove è mutevole
le onde del drago mi riservano delle meraviglie quotidiane
sempre differenti ma con filamento comune

forse il nome del drago può indicarci la via, si?




son tornata da poco
da un viaggio lungo la superficie del corpo del drago

mi sono lasciata sommergere dalle impressioni e sensazioni
che questa creatura è riuscita magicamente a darmi

ha riempito tutti i miei sensi
e chetato lo stato mentale che sempre più cerca di sommergermi

sta cambiando la sua pelle
dal verde sta virando all’oro
…un drago d’oro
adagiato in un mare azzurro


…un giorno tornerò nel petto del drago
a gustare l’uvaspina


buon compleanno, papà

lunedì 8 giugno 2009


stasi...