lunedì 25 ottobre 2010




le carte sul tavolo tondo mi guardano


son secoli che non le tocco
...che non mi chiamano


le tolgo dalla custodia
scindo dal mazzo gli arcani maggiori
e comincio a mischiarli

...ho sempre un timore reverenziale nel toccarli


il ventaglio è davanti a me
non mi resta che prendere le cinque carte

eccole

...disposte secondo la regola
giro la prima ...la mia situazione

l'imperatrice!

navigo nel suo mare di benessere
fecondo e femminile
con capacità realizzativa e di sviluppo

chi si oppone è l'imperatore, con la seconda carta
l'autorità
il dominio dell'intelligenza e della ragione sulle emozioni

...questo stato mi par di conoscerlo

come si sviluppa la situazione?

giro

il matto!

...e chi altri?

si ricomincia di nuovo sulla via dell'autoiniziazione

quarta carta: probabile esito del tutto

la giustizia!

l'armonia l'equità
le buone intenzioni e la capacità di resistere
alle tentazioni di usare sotterfugi

...l'ultima carta mi guarda dal centro
ancora oscurata

la osservo intensamente
quasi volessi farla girare da se
...senza toccarla

è la sintesi finale della situazione che mi si è appena dipanata

respiro
chiudo gli occhi e
...giro

l'appeso!

ho quasi una crisi d'ilarità
tengo la carta in mano e rido
...tanto

quasi che ridendo
io possa liberare quell'ansia che fino ad adesso ho trattenuto
in attenzione com'ero su altro

scrutare le lame non è cosa ordinaria!

lo conosco da tempo l'appeso
...la prima carta del femminile
e di tutto ciò che racchiude

la dodicesima carta
la lotta per raggiungere l'obiettivo ...senza fretta
la rinascita e il progresso

l'attesa

...mi affido a boaz e jakin che mi trattengono
attraverso la trave dell'equilibrio
mentre appesa a testa in giù
leggo wirth:

"l'appeso ricorda nel suo complesso
il segno alchemico della grande opera
che rovescia il segno dello zolfo

...l'opposizione che viene messa alla luce
è quella dell'acqua con il fuoco
il fuoco infernale interiore e l'acqua sublimata o celeste"

...è una risposta eccellente, quella che mi è stata data :)

lunedì 11 ottobre 2010





dal verde al rosso passando dall'oro

per tornare alle radici

...mi sussurra l'acero in giardino

seguendo una metamorfosi che gli appartiene da sempre


dal cuore alla tangibilità

passando dal controllo mista all'area di libertà

che non riesco a conquistare?


percorso apparentemente a ritroso


seguo l'acero e la stagione

per spogliarmi gradualmente dalle cristallizzazioni

legate ad apparenze formali e mistificazioni


l'onestà verso me lo impone


sento la necessità di tornare al basso

al rosso e le radici


la stabilità parte da basi solide

ed un radicamento superficiale

non consente altezze


bisogna penetrare il buio e le radici

conoscere il seme che ha generato l'albero

per poter di nuovo guardare il cielo

venerdì 1 ottobre 2010


"...tra noi due
ho scelto me"