giovedì 22 maggio 2008


piange

e la disperazione la si può leggere
in tutto il suo essere

sembra non si osi varcare quella porta
e resta lì
…sulla soglia di quel luogo sacro

non riesco a fare a meno di fermarmi

ci guardiamo mute

un moto istintivo
mi porta ad asciugare le sue lacrime
con la mia mano

asciugo le sue
mentre i miei occhi debordano

è sorpresa di questo mio gesto
lo sono anch’io

cerca di ritrarsi timidamente
quasi a dirmi che la sua è una pena intima
da non toccare
da non poter condividere

…continuo dolcemente
in una carezza umida
scaturita dalle sue lacrime mescolata alle mie mani

…e s’abbandona

incatenandoci gli occhi in un dialogo silente
lasciamo parlare
solo mani e lacrime

non ho coscienza alcuna di ciò che ci siamo detti

la cacofonia del luogo dissolta

la presenza di decine d’esseri svanita

…solo un attimo eterno in sospensione
di tempo spazio e lacrime

non conosco la sua pena
e non so cosa m’abbia spinta a piangere con lei

un unico pensiero s’affaccia
…che sia stata lei a confortare me


e la tua immagine mi raggiunge

prego perché tu possa trovar pace
…forse è la medesima
che sto cercando anch’io?

damas 16maggio2008 h 23:34

2 commenti:

Anonimo ha detto...

... ti abbraccio ...

.W

Anonimo ha detto...

Me gusta
questo studio
di persone
semplici/
stanno diventando
rari
un kiss
ti voglio tanto bene
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Amelie