mercoledì 3 dicembre 2008




il corpo a suo agio
monolitico e rilassato
cede fasci di se e s’assesta
con rumore sordo all’interno

la mente
vaga e divaga
alla ricerca di uno stato di chete
dove l’osservatore
bacchetta e ride

il nucleo localizzato nel plesso
il più difficile da raggiungere
fantasticato e non afferrato
vago e divago
divago e vago

il tempo
si comprime e dilata
ed io


constato
che le parole in pensieri
virano nuovamente
in immagini
non c’è suono né parola
ascolto senza orecchie

colore e non

è un capo velato chino
che si solleva
ed il volto non esiste

è un’intuita sfera
che tenta di partorire
forzando l’addome

è una sfera buia adesso
la vedo
ingabbiata in una rete di corda
aperta alla sommità
ma l’uscita
continuo a cercarla laterale
slabbrando le corde in orizzontale

apro il varco
ma non esco

confluisce in esso
un’onda fluida di marea enorme
scura e lucente
proveniente dall’esterno

colma e dilata
in questo movimento vorticoso
in ingresso

attimo di unità

1 commento:

Anonimo ha detto...

vita
e altalena

mmm ... ci son pure due posti liberi
ti va di volare assieme? :-)
.W