deliri in notturna
sempre tre punti, mai più di tre, mai meno di tre
chissà mai perché
chissà cosa racchiude la sequenza di questi minuscoli enti geometrici
ombre…
punti per riprendere fiato
per raccordare pensieri
o semplicemente per non riuscire ad esprimere
quel che mi porto dentro
è da poco
che son ricomparsi i miei dialoghi interiori adolescenziali
costituiti dal pesce rosso che girella in tondo nella boccia
e scale verdi che s’innalzano su infinito
dialoghi a colpi d’immagine di ieri
fusi e confusi con quelli odierni
un’immagine più che illimitate parole
la colgo e riesco a conservarla
le parole siano esse perfette
hanno sapore e profumo d’evanescenza
il trillo del telefono
mi ha distolto dal mio peregrinare associativo
una voce che canta lusingandomi
… hai sbagliato, dico
… sono () non mi riconosci?
no, rispondo, ho conosciuto qualcuno con quel nome, ma non possedeva questa voce
… chiudo
guardo l’ora: 1,45
sorrido, qualcuno ha voglia di giocare
con parole e suoni nella notte
è incredibile come basta poco
la rifrazione di un’onda luminosa o sonora
la registrazione di un’impressione in déjà vu
per avviare la produzione di voli pindarici senza soluzione di continuità
comprendo
che riesco a cogliere particolari, percezioni, di quel che chiamo vivere
solo in taluni momenti della mia giornata, e non tutti i giorni
… essere sintonizzato, vigile, attento
per cogliere
… ma riesco sempre a farmi fagocitare dall’ordinaria giornata
… non riuscendo neanche a percepire
quando viro dall’ordinario allo straordinario…
sempre tre punti, mai più di tre, mai meno di tre
chissà mai perché
chissà cosa racchiude la sequenza di questi minuscoli enti geometrici
ombre…
punti per riprendere fiato
per raccordare pensieri
o semplicemente per non riuscire ad esprimere
quel che mi porto dentro
è da poco
che son ricomparsi i miei dialoghi interiori adolescenziali
costituiti dal pesce rosso che girella in tondo nella boccia
e scale verdi che s’innalzano su infinito
dialoghi a colpi d’immagine di ieri
fusi e confusi con quelli odierni
un’immagine più che illimitate parole
la colgo e riesco a conservarla
le parole siano esse perfette
hanno sapore e profumo d’evanescenza
il trillo del telefono
mi ha distolto dal mio peregrinare associativo
una voce che canta lusingandomi
… hai sbagliato, dico
… sono () non mi riconosci?
no, rispondo, ho conosciuto qualcuno con quel nome, ma non possedeva questa voce
… chiudo
guardo l’ora: 1,45
sorrido, qualcuno ha voglia di giocare
con parole e suoni nella notte
è incredibile come basta poco
la rifrazione di un’onda luminosa o sonora
la registrazione di un’impressione in déjà vu
per avviare la produzione di voli pindarici senza soluzione di continuità
comprendo
che riesco a cogliere particolari, percezioni, di quel che chiamo vivere
solo in taluni momenti della mia giornata, e non tutti i giorni
… essere sintonizzato, vigile, attento
per cogliere
… ma riesco sempre a farmi fagocitare dall’ordinaria giornata
… non riuscendo neanche a percepire
quando viro dall’ordinario allo straordinario…