è uno di quei giorni che richiamano i ricordi
quando ero bimba
in giorni come questo
con un sole caldo e un vento gelido
le donne approntavano un riparo a ridosso delle case
controvento
con dei bastoni e coperte
per assaporare quel caldo sole invernale
che sapeva già di meriggi estivi
ci si stipava tutti in quell’angolo protetto
noi bimbi rannicchiati per terra
sotto le sottane delle mamme e delle nonne
sedute su seggiole e furrizzi
erano cieli tersi
di un turchese che feriva gli occhi
con nuvole dalle forme capricciose e cangianti
che erravano
trasportandoci in mondi lontani
quando ci si distraeva dalle parole delle donne
che facevano da colonna sonora insieme al sibilo del vento
quando si insinuava tra le pieghe delle coperte
facendole sembrare vele tese
pomeriggi
dove l’arte del criticare si esercitava lasciando più spazio
all’attrice più brava
dipanandosi in vociare bisbigli risate e mimi
pomeriggi tiepidi assonnati cheti
di bimba
che assaporava l’ora non curandosi di null’altro
qualche carezza distratta sfiorandola insieme ai sorrisi delle donne
e un porgere sollecito di uno spicchio d’arancia succosa
la riportava momentaneamente in quell’angolo assolato protetto
ma erano pochi istanti di aderenza e attenzione
…il viaggio la riprendeva
il viaggio era la meta
quando ero bimba
in giorni come questo
con un sole caldo e un vento gelido
le donne approntavano un riparo a ridosso delle case
controvento
con dei bastoni e coperte
per assaporare quel caldo sole invernale
che sapeva già di meriggi estivi
ci si stipava tutti in quell’angolo protetto
noi bimbi rannicchiati per terra
sotto le sottane delle mamme e delle nonne
sedute su seggiole e furrizzi
erano cieli tersi
di un turchese che feriva gli occhi
con nuvole dalle forme capricciose e cangianti
che erravano
trasportandoci in mondi lontani
quando ci si distraeva dalle parole delle donne
che facevano da colonna sonora insieme al sibilo del vento
quando si insinuava tra le pieghe delle coperte
facendole sembrare vele tese
pomeriggi
dove l’arte del criticare si esercitava lasciando più spazio
all’attrice più brava
dipanandosi in vociare bisbigli risate e mimi
pomeriggi tiepidi assonnati cheti
di bimba
che assaporava l’ora non curandosi di null’altro
qualche carezza distratta sfiorandola insieme ai sorrisi delle donne
e un porgere sollecito di uno spicchio d’arancia succosa
la riportava momentaneamente in quell’angolo assolato protetto
ma erano pochi istanti di aderenza e attenzione
…il viaggio la riprendeva
il viaggio era la meta
4 commenti:
... abbraccio, carezza, calore
alla bimba sempre lì con te
.W
"lì sempre con te" mi suona meglio :-)
.W
Carininissimi ricordi, quanta trasmissione di vita c'era in quei momenti.
furrizzi... ho dovuto cercarlo per capirne il significato, sono così arrivato a Bronte e dintorni.
Hai ragione ci sono momenti che vivono di una luce e di un'esistenza autonoma,al difuori di ogni tempo. Anche per me il sole d'inverno, seppure con contenuti diversi, appartiene alla sfera delle evocazioni di immagini senza tempo. Dev'essere un archetipo.
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