giovedì 8 ottobre 2009








le radici non sono così semplici da curare

non le vedi
...bisogna imparare a sentirle

ho sempre privilegiato le cime del mio albero

l'ho diviso in sezioni
dimenticando tutto tranne che la cima

come se la sua esistenza fosse solo l'ultima fogliolina
...quella più in alto

i colpi che ha subito
sono stati innumerevoli e terribili
...non so come abbia fatto a resistere
non so chi e cosa lo abbia ancorato

è cresciuto il mio albero su un tappeto sintetico
poggiato su un terreno arido e sabbioso
nutrito solo di pensieri maldestri e fantasie

negli ultimi anni
segni di cedimento sono comparsi sul tronco
e lo sfogliarsi della corteccia
ha disegnato un cuore melanconico

ho bisogno di segni tangibili per porre attenzione?

ho dovuto far silenzio tra le cime chiaccherine
per riuscire ad ascoltare ciò che aveva da dire

ha un linguaggio differente
ed io, che l'abitudine mi porta ad ascoltar con le orecchie la cime
devo disimparare
e ascoltare con altro

ciò che percepisco ha poco a che fare con i sensi

...questa richiesta di unità quasi urlata
questa esigenza di pienezza
questa prepotenza di tangibilità
non è robetta spuria

dovrò in questa stagione che volge a renderlo cangiante
attraente e bellissimo
non dimenticare il resto
...ciò che lo compone e soprattutto quello che non vedo

2 commenti:

Uriel ha detto...

Il grido assordante del silenzio... :)

Lucio ha detto...

Momenti dirompenti
in cui la nostra
linfa energetica
scorre vorticasamente
per creare strutture
pretese per palpare
il cielo, la luce,
il calore...
e momenti in cui
scorre calme, innavvertita
per riequilibrare il tutto.
Ciao....