la mente si pensa
i pensieri si manifestano per darle un senso
nel linguaggio esterno
(perché usare il medesimo anche per l'interno?)
un sasso è un sasso
nondimeno
quando creiamo sillogismi
per adattare una equazione per il nostro esistere
l'idea del sasso è assolutamente reale
al punto d'aver dolore nel punto in cui crediamo
ci abbia colpiti
...abbiamo una mente più rozza ed una più raffinata?
se si
siamo in grado di attivare l'una o l'altra alla bisogna?
quanto mi rendo conto
quando è il caso di lasciarla fluire...
ridurre l'esistenza al dialogo con la mente e l'esterno
mi fa scordare abitualmente che sono altro
sono altro
ho bisogno di dirmelo...
il cercar raccordo con altre parti di me
passa attraverso una consapevolezza che ha come mediatrice la mente?
il corpo ha altro modo di distillare
...i segni sulla pelle e le rigidità
lascia che sia, diceva il nonno eoni fa
...è una lezione che faccio molta fatica ad imparare
5 commenti:
la nostra coscienza passa, secondo me, attraverso schemi che hanno origine sia dalla mente che da un punto imprecisato che solitamente chiamiamo cuore. E' come avere, credo, due persone conviventi in noi stessi. Una in grado di essere ciò che è ed un'altra che è la nostra rappresentazione nei confronti della realtà in cui viviamo.
Ci sono esseri nei quali la radice "cuore" è prevalente ed il conflitto con la "realtà" è quasi insostenibile.
Non dare un nome al sasso che ti colpisce... dai un nome a te stessa... e meravigliatene.
Un dolce abbraccio
Joh
Il Maestro Hui-Neng ha detto "Siamo ciò che pensiamo" e non potrebbe essere altrimenti; Questo concetto è omnicomprensivo di tutte le altre formulazioni del "Siamo come..."
Quindi Noi siamo come ci accettiamo!!! tutto quì...il sasso è un sasso.
La risposta si trova nella semplificazione di ogni PENSIERO-PROCESSO LOGICO,rimodulato nel PENSIERO-PROCESSO ANALOGICO.
La mente è quella che si chiama in Ecologia una proprietà emergente: è una caratteristica, a mio parere la caratteristica, della nostra specie. E' impossibile per noi non avere una rappresentazione mentale di tutti gli eventi che percepiamo, all'interno o all'esterno di quello pensiamo sia il nostro confine, ed ogni atto di pensiero, concordo con Kant, è un atto di giudizio. Dunque il pensiero, il giudizio e le emozioni che ne derivano (compresi i sentimenti) sono una proprietà ineludibile del nostro essere. Pertanto, sempre a mio avviso, quello che è veramente importante è tendere a una piena consapevolezza, cioè alla rappresentazione più adeguata, e sempre migliorabile, degli eventi che percepiamo. Non conta che un sasso sia un sasso, cioè la spiegazione nominalista, quanto che tutto ciò che gli deriva dall'essere sasso nella nostra percezione, sia al livello interno che a quello esterno,sia coerente e auto consistente. Le cattive, se non false, rappresentazioni sono fuorvianti perchè possono indirizzarci verso falsi obiettivi e conclusioni. Il pensiero è ineliminabile, a meno di non rinuciare ad essere umani (il che può avvenire solo nelle patologie). Tutto quello che possiamo fare è di avvicinarlo alla verità, con un lavoro di ricerca e di approfondimento continuo e con la costante umiltà di riconoscere che non la avremo mai raggiunta.
Il pensiero, inevitabilmente si manifesta come singolo, e poi sempre il pensiero si ripropone duale (è un processo razionale, Hegel direbbe cha dai contrari si definisce la sintesi), a tal punto che la 'mente'continua a generarne all'infinito (tesi-amtitesi-sintesi)...posto che avessimo la capacità di essere sempre svegli...
Tuttavia trascendere il pensiero è possibile: lavorando duramente e non realizzare niente
Buon Natale, amica preziosa!
Un abbraccio che spero duri a lungo, oltre i giorni di queste feste.
Joh
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