mercoledì 10 giugno 2009


norberto ha consumato tutte le energie
per il ritorno

non riesce a trovare più la strada
per il ritorno

norberto continua a chiedere a chiunque
se conosce la strada per l’altrove

norberto stamattina è disteso su un prato profumato
il cielo è terso
di un turchese che ferisce gli occhi

ho la mela in mano, mi dice
la tocco, la osservo, la sento
ma non riesco ad arrivare al seme

quel seme che mi consentirebbe
di conoscere la mela nella sua interezza
nella sua intrinseca natura senza sezioni
…vorrei tanto sentirne il gusto

vieni qui accanto, continua
ho voglia di raccontarti una storia
…avvicinati
non mi va che gli altri sentano

mi siedo sull’erba
le gambe distese, le spalle sorrette dalla braccia
…alzando lo sguardo incontro il rocciamelone
che si staglia immenso davanti a me
lo guardo con un sorriso riconoscendogli la maestà
e sono pronta all’ascolto

ha lo sguardo serio norberto
serio e concentrato
guarda l’azzurro, perso forse in quell’altrove
che non riesce ancora a trovare

hai presente l’italia? mi dice

annuisco

non è quel che credi

è l’ultimo dei draghi, talìa
che nell’antica lingua significa
guardare osservare

un mago con un incantesimo lo ha salvato da morte certa
nell’ultima guerra dei draghi
dandole un sonno profondissimo
adagiandolo in questo lembo di mare mediterraneo
perché non venisse identificato
…questa enorme S splendidamente camuffata
un po’ emersa un po’ sommersa

sono legati, il mago e talìa
da un immenso affetto e dallo stesso intento
nonostante la loro diversità

se provi a guardare la penisola
la parte più evidente la puoi vedere mascherata nelle alpi:
è la coda ancora in superficie

talìa è adagiato sul fianco destro
la testa riposa in sicilia
ha la bocca spalancata il collo sprofondato nello stretto
e la sua dorsale la tocchi su tutto l’appennino

le sue scaglie sono le montagne e le colline
maestose e dolcissime impervie e calme

dorme talìa
ma il suo spirito indomito si ribella a questa condizione
è l’unica espressione che il mago amico non è riuscito a chetare
lo sa il mago che è una terribile condanna per il drago
forse peggiore della morte

l’unica manifestazione dell’essenza del drago
la trovi in quel mondo verde che lo ricopre
alberi imponenti e solenni
erbe delicate e rigorose
fiori …ah, che dire dei fiori

tu non ti rendi conto
siamo distesi, tu ed io, e non solo
su questa natura vitale
morbida tenace variegata sinuosa nel suo profumo

continuiamo a ferire talìa giorno dopo giorno
perforiamo le sue scaglie per spostarci più velocemente
piantiamo alberacci di metallo per assicurarci energia e comunicazione

degli stupidissimi lillipuzziani siamo

è cambiata la nostra percezione di buio e luce
sono cambiati gli incontri e lo scambio
gli intenti comuni

…chissà dov’è finito il mago

non mi stupisco sai, dei brividi che ogni tanto colgono talìa

scuote il suo corpo
per cercare di colmare i vuoti creati dentro le sue scaglie
e per liberarsi dagli alberacci ferrosi

deve essere orribile non potersi librare in quest’azzurro

in quest’azzurro proietta il suo dolore, tutta la sua sofferenza
dall’unico varco che il mago gli ha lasciato per poter respirare

da qui fuoriesce tutta la sua malinconia la sua ira e il suo tormento
in modo magmatico
esplosivo calmo e ineluttabile

ehi!
ma mi ascolti?

certo che mi ascolti
hai quel sorriso sciocco sulla bocca…

lo sapevo che mi sarei reso ridicolo
raccontandoti ciò

non sei ridicolo, amico mio
e se credi di esserlo
allora sono ridicola anch’io

mi sono persa tra le tue parole
ho visto il mago il drago e il mio papà

le tue parole non mi sorprendono sai?

proprio no

forse in cuor mio l’ho sempre saputo

ricordo che
quando ero piccola, il mio papà mi portava in un luogo
chiamato il petto del dragone dove crescevano cespugli di uvaspina
qui mi diceva sorridendomi
i frutti sono superbi e non raggiungono questa perfezione di bellezza e gusto
in nessun altro luogo
raccogliendone alcuni perch’io potessi assaggiarli

il cuore e il capo del drago coincidono?

norberto ride di gusto

poi improvvisamente si fa serio

secondo te, chiede
l’altrove
il mio altrove è nel cuore del drago?

empedocle con il suo mondo apparente del divenire
ingannevole con la conoscenza sensibile
non è tornato dal suo altrove per renderci edotti
gli dico con voce improvvisamente divenuta allarmata

la rinuncia non è contemplata
ed empedocle si è pregiudicato il mondo al di là dell’apparenza e del sensibile

ognuno ha il suo altrove
nascosto tra le pieghe del drago

tu lo hai trovato il tuo altrove? continua

il mio altrove è mutevole
le onde del drago mi riservano delle meraviglie quotidiane
sempre differenti ma con filamento comune

forse il nome del drago può indicarci la via, si?




son tornata da poco
da un viaggio lungo la superficie del corpo del drago

mi sono lasciata sommergere dalle impressioni e sensazioni
che questa creatura è riuscita magicamente a darmi

ha riempito tutti i miei sensi
e chetato lo stato mentale che sempre più cerca di sommergermi

sta cambiando la sua pelle
dal verde sta virando all’oro
…un drago d’oro
adagiato in un mare azzurro


…un giorno tornerò nel petto del drago
a gustare l’uvaspina


buon compleanno, papà

4 commenti:

Uriel ha detto...

"Ognuno ha il suo altrove"
Chissà se colà oltre a gustare l'uvaspina sarà possibile conoscere la mela nella sua interezza...

Lucio ha detto...

Vago d'uvaspina,
a maturazione dorato.
Rotondo come il sole.
Dolce il tuo sapore
carico di energia;
per questo sei anche
vischioso e nella bocca
permani per ricordarmi
il dono che mi fai.
Bello il racconto del drago.
Ciao.

il Cosmopolita ha detto...

"l'Oro del Drago,
è solo una delle innumerevoli Porte, per arrivare dove ben Tu sai..."

Lucio ha detto...

Il petto del Deago è un buon posto per ritrovarci. Ciao.