giovedì 4 febbraio 2010





simboli che corrono e rincorrono

al di là dei secoli


il rosso dei papaveri

su tutto


muri a secco

delimitano aree all'apparenza invisibili

mentre mani di bimbi

fan festa incontrandomi


i bimbi e i loro occhi

spalancati in un eterno presente


luminosi seducenti e stupiti

non conoscono confini


percepisco un senso di libertà infinita

nelle donne velate

mentre mi scrutano con occhi penetranti e allegri


intuisco un sorriso nel loro sguardo

che non si distoglie dal mio


è una casa, questo lungo drappo che le riveste

e gli occhi

...una finestra sul mondo


il mondo all'interno è un mistero

celato

l'intimo un quid che appartiene solo all'essere


sulla sommità della cittadella

m'attende un tè caldo alla menta


è un tramonto sospeso


le strida delle rondini si confondono con il richiamo alla preghiera


da un muezzin all'altro

da un minareto all'altro


il richiamo al sacro


...e per un attimo

il ricordo del sè prende il sopravvento unito alle rondini



...sono pronta per un altro viaggio

2 commenti:

Uriel ha detto...

Che belle le sensazioni che descrivi!
C'è posto nello stormo tra le rondini? :)

Lucio ha detto...

Belli i tuoi viaggi: e trovar negli occhi, nello sguardo il riconoscimento reciproco della propria natura, un incanto!