la mia mente costruisce il mio mondo
i pensieri si dipanano
ne sono il fondamento
al mondo reale appartengo
ma a me in quanto costruzione mentale
non vi appartiene
il vivermi attraverso gli altri
cercando redenzione e rinascita
non porta in nessun luogo
il cambiamento lo esercito
partendo da quella scintilla non inquinata
che sento e mi sprona all'emancipazione
l'evoluzione dall'interno verso l'esterno
da est verso ovest
e non nel suo contrario
la considerazione l'importanza che ricevo e non
non matura il mio esistere
lo annulla
trascendere l'obiettivo
ma sconosco la procedura per il raggiungimento
sono eoni che mi ripeto che l'esterno non deve intaccare il mio essere
esisto, sono, indipendentemente dai movimenti esterni
siano essi apparenti o reali
eppure il mio stato viene ribaltato sempre e comunque
non ho sintesi
solo parziali vedute di un mondo che non esiste
se non nei pensieri che sorgono da eventi
che si trovano ad esistere solo nella manifestazione dei pensieri stessi
il mio mondo non esiste
non ha consistenza
i miei sensi non lo identificano
eppure è capace di rendere il mio vivere sofferente e disordinato
un caos di eventi non accaduti nell'oggettivo
ma capaci di imprimere ferite
l'aver definito a cosa e dove porta?
superare, comunicandomelo con parole
come se fossi esterna a me
cheta
ma è apparente e momentaneo
...derivato forse da un moto di sopravvivenza?
si fa presto a dire
bisogna andare oltre
non fermarsi alla mente e a quel a cui giunge o suggerisce
ma di conosciuto
o almeno credere a quel che di conosciuto diciamo
ho solo la mente, o parte di essa
o raffinando
alcune manifestazioni
i sillogismi le intuizioni le consapevolezze (?) la determina
ciò che accade nei nostri giardini d'anima
le conosciamo le apprendiamo attraverso la mente
palesando ciò detto con pensieri organici richiamati
è così che costruisco il mio mondo, mio proprio e di nessun altro
a nessun altro è permesso di entrare il questo luogo
forse nemmeno al mio essere consapevole
se non quando lo stato di prostrazione profonda è tale
che mi ancoro a dio o al mio essere dio
nell'astro che mi fa tutt'uno con l'uno
pago lo scotto di una educazione cattolica
dove la realizzazione dell'essere è delegata ad un dio fuori di me?
...e per estensione
gli altri l'esterno dio
messi sullo stesso piano?
non ho un buon rapporto
con tutto ciò che la mia mente genera
qual è la differenza
tra i pensieri che si auto generano
e quelli che richiamiamo per comporre sillogismi
o per marcare un evento da porre tra i ricordi?
la qualità?
e quale tra i due è la migliore?
quelli auto generati che istintivamente colloco nella parte di minor qualità
quelli che disturbano
non sono forse il motore che dalla saturazione
portano all'analisi?
la fonte sembra essere la medesima
non ho la percezione che alcuni provengano da destra e gli altri da sinistra
...indistintamente da quel luogo indefinito
che colloco alla sommità del corpo
la mia esistenza nel dipanarsi di pensieri
il mio sentimento e il mio corpo
relegati su un altro piano
nell'atto dello scrivere
il corpo e la percezione emotiva
nel tradurre ciò che la mente partorisce
nessun equilibrio
la mente despota
il corpo e l'emotivo al servizio
perchè talune volte
i pensieri che si generano
in quanto percepiti
risultano estranei all'esser mio?
4 commenti:
ciao, Astro
:-)
Che groviglio!
Però, sei brava ad esprimenre compiutamente quello che percepisci :)
Quanto alle tue domande, solo come spunto alla riflessione,ti suggerisco un'occhiata qui
...non sei il primo che mi consiglia "verso un'ecologia della mente"
sarà forse giunto il momento
di leggerlo? :)
grazie
n
L'essere aggiusta e compone i pensieri del sociale. I pensieri autogenerati sono nuova creazione, sono miei? Si.
Forse non danno la soddisfazione attesa? Forse perchè non sono lo scopo nostro più profondo.
Questo commento mi sembra un autoriflessione. Che le cose comunque diventano più chiare.
Ciao a presto
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