venerdì 10 febbraio 2012







a volte ho l'impressione di vivere più vite

vite parallele

i diversi aspetti del mio mentale
quando l'uno prende il sopravvento sull'altro
e l'altro ancora

il mio reale diventa ciò che transita

è un perdersi
quasi non ci fosse nulla che lega l'uno all'altro
e l'altro ancora

frammentazioni egotiche che nell'attimo in cui le afferro
si dissolvono

...eppure riescono a percuotermi inesorabilmente

il nucleo pulsa debolmente
risvegliando un'attenzione una volontà ed un interesse
per altro...

altro
altrove

luoghi in cui avverto la quiete
che non riesco a trasferire nell'ordinario...

4 commenti:

Uriel ha detto...

Frammenti... vite parallele...sei sempre tu in quelli, sono un riflesso di te. L'essenza di te è incomprimibile e indefinita, è un insieme aperto non chiuso, se credi di afferrarla si dissolve, come una bolla di sapone. Non puoi afferrarla perché non è fuori di te: sei tu la bolla di sapone, carica di riflessi, che viaggia, che vola, che sale senza sapere dove, senza sapere come, senza sapere perché.
Puoi solo specchiarti nei tuoi riflessi, e quelli a volte possono rivelarsi fuorvianti perché nella loro urgenza nell'evocare significati e ricerche di senso rischiano di offuscare il significato più ovvio che racchiudono: è data la luce!

Anonimo ha detto...

E' l'eterna dualità dell'esistenza materiale, tutto risulta diverso quando riusciamo a concentrarci su noi stessi; guardandoci interiormente e cogliere l'unità tra l'essere materia e ciò che sta oltre noi in noi...ma non sono i luoghi, bensì lo spirito che può trascendere la materialità.

johakim ha detto...

E' una sensazione che conosco bene e riesco a comprendere. Avere la sensazione di non appartenenza al reale, al quotidiano, ed avere la pelle e la mente altrove. Non so come ma... a volte resta attaccata ed a volte passa, scossa da qualcosa che non so definire, E' vero... siamo sempre noi: è il nostro sentirsi altrove. Forse ... il nostro voler essere altrove. Forse....

Anselmo ha detto...

Una sensazione ben nota che almeno una volta è capitata a tutti.
Forse, il senso di tutto questo, è cercare, e continuare a cercare, fino a che non riusciamo a comprendere, e trasferire quella quiete nell'ordinario, in ogni attimo..