lunedì 21 maggio 2012






…mi ricordava  una bambina che conoscevo da piccolo
quando ero in terza elementare
e nel programma scolastico c’era ancora la musica

eravamo compagni di classe e a volte durante la lezione
suonavamo il piano a quattro mani

peccato che avessi dimenticato sia il suo nome che il suo viso
tutto quello che ricordavo di lei
erano le sottili dita bianche i bellissimi capelli e il vestito vaporoso

null’altro

strano, però
possibile che io le avessi portato via le dita
i capelli il vestito
mentre il resto di lei continuava a vivere
per conto suo da qualche parte?

ovviamente le cose  non stavano così

il mondo si muoveva senza tener conto di me

la gente attraversava la strada
temperava le matite
si muoveva da ovest verso est alla velocità di cinquanta metri al minuto
produceva nelle sale da tè suoni privi di eco
…infischiandosene della mia persona

il mondo…
questa parola mi fa sempre pensare a un’enorme tavola rotonda
tenuta su con sforzo spasmodico da elefanti e tartarughe

gli elefanti non capiscono il ruolo delle tartarughe
le tartarughe non capiscono il ruolo degli elefanti
e sia gli uni che le altre
non capiscono a cosa serve il mondo

4 commenti:

johakim ha detto...

Ogni tanto anch'io mi fermo a pensare cosa ne è stato delle persone che hanno condiviso momenti di vita con me. Dove sono, cosa sono diventate, quali siano state le loro esperienze.
Io ed il loro mondo...
Hai ragione nel definirlo come una tavola rotonda attorno alla quale nessuno, o quasi, sà della vita dell'altro. Eppure siamo tutti li attorno a sorreggere qualcosa che forse non c'è.

Mi sei mancata...
Joh

Anonimo ha detto...

Ottima riflessione di johakim che condivido in pieno.

Le osservazioni che fai sugli elefanti e le tartarughe...spero siano licenze letterarie, ma che penso viceversa che elefanti, tartarughe ecc. sappiano cogliere meglio di noi le dinamiche della vita e dello stare insieme, compatibilmente con le leggi della sopravvivenza.

Uriel ha detto...

Vale proprio la pena di sforzarsi di conoscere l'Inconoscibile?
Le dita...i capelli... il vestito.... quelli sì. E' l'interazione. Il resto è cielo infinito come quello che troneggia nella tua foto.
Un caldo abbraccio

Daoist ha detto...

Ricordare...
E' difficile, tenere la mente fissa sulle cose passate. Allo stesso tempo, le attività quotidiane ci portano, all'insaputa, su analogie...collegandoci col passato.
Nel mezzo di tutto questo, dovremmo anche ricordarci della nostra spiritualità: Sì, cercando di comprendere il tutto, proprio scrutando in noi stessi se c'è un legame con l'inconoscibile; è come cercare il Tao che equivale ad una sfida con noi stessi.
Pertanto possiamo considerare ogni fenomeno (nel caso, il ricordo)come una distrazione, oppure pregna di significato col nosrto io.