venerdì 4 aprile 2008


dare un nome al dolore che ti abita
non ti esenta dal percepirlo

lo hai perimetrato con la testa
e nella tua mente
ma la sua collocazione è altrove

è nell’altrove che senti l’effetto del tuo stato

quest’altrove che è parte di te ma non puoi toccare
né indicare
perché lo conosci ovunque

e un pensiero le dà confine
mentre l’altro ne è schiantato
e un altro ancora appena generatosi
ne cerca uno e un altro ancora per attenuarlo

…e poi basta un’impressione esterna
per farti cambiare stato nel il respiro di un attimo
per poi tornare lì


e l’osservazione repentina di questi cambiamenti di stato
ti portano a sillogismi non convenzionali

ti chiedi se il tuo vivere non sia confinato
al mondo esistente nella tua mente
…dove tutto si dipana attraverso i pensieri che t’attraversano
architetture topografie e toponomastiche
…dove tutto è mobile
dove tutto è tutto e anche l’incontrario
…dove tutto appare e svanisce senza soluzione di continuità
senza un attimo di tregua
…dove la partecipazione esterna esiste solo
per generare altri pensieri e altri stati
dimentichi del precedente
ma fermamente ancorati al passato e ad improbabili futuri
smemorati del presente

…e ti chiedi il senso di questa indagine
indagine sterile
di cui non riesci a fare a meno

a cosa ti porta ciò

e …se gli altri sono soggetti come te
al medesimo moto, alle medesime leggi…

se si …ti consola?

no

ti chiedi se è possibile sottrarsi
a queste modalità

questa infinita spiga di grano
senza inizio né fine
dove l’analisi in sezione composita
si presenta sempre e comunque come un uroboro

1 commento:

Anonimo ha detto...

Divinamente scorgo questo Tuo spazio!
Ora so che posso venire qui per trovare parole sublimi che incantano l'Anima del Tuo Amore!
Ti voglio bene Claudio