dare un nome al dolore che ti abita
non ti esenta dal percepirlo
lo hai perimetrato con la testa
e nella tua mente
ma la sua collocazione è altrove
è nell’altrove che senti l’effetto del tuo stato
quest’altrove che è parte di te ma non puoi toccare
né indicare
perché lo conosci ovunque
e un pensiero le dà confine
mentre l’altro ne è schiantato
e un altro ancora appena generatosi
ne cerca uno e un altro ancora per attenuarlo
…e poi basta un’impressione esterna
per farti cambiare stato nel il respiro di un attimo
per poi tornare lì
e l’osservazione repentina di questi cambiamenti di stato
ti portano a sillogismi non convenzionali
ti chiedi se il tuo vivere non sia confinato
al mondo esistente nella tua mente
…dove tutto si dipana attraverso i pensieri che t’attraversano
architetture topografie e toponomastiche
…dove tutto è mobile
dove tutto è tutto e anche l’incontrario
…dove tutto appare e svanisce senza soluzione di continuità
senza un attimo di tregua
…dove la partecipazione esterna esiste solo
per generare altri pensieri e altri stati
dimentichi del precedente
ma fermamente ancorati al passato e ad improbabili futuri
smemorati del presente
…e ti chiedi il senso di questa indagine
indagine sterile
di cui non riesci a fare a meno
a cosa ti porta ciò
e …se gli altri sono soggetti come te
al medesimo moto, alle medesime leggi…
se si …ti consola?
no
ti chiedi se è possibile sottrarsi
a queste modalità
questa infinita spiga di grano
senza inizio né fine
dove l’analisi in sezione composita
si presenta sempre e comunque come un uroboro
non ti esenta dal percepirlo
lo hai perimetrato con la testa
e nella tua mente
ma la sua collocazione è altrove
è nell’altrove che senti l’effetto del tuo stato
quest’altrove che è parte di te ma non puoi toccare
né indicare
perché lo conosci ovunque
e un pensiero le dà confine
mentre l’altro ne è schiantato
e un altro ancora appena generatosi
ne cerca uno e un altro ancora per attenuarlo
…e poi basta un’impressione esterna
per farti cambiare stato nel il respiro di un attimo
per poi tornare lì
e l’osservazione repentina di questi cambiamenti di stato
ti portano a sillogismi non convenzionali
ti chiedi se il tuo vivere non sia confinato
al mondo esistente nella tua mente
…dove tutto si dipana attraverso i pensieri che t’attraversano
architetture topografie e toponomastiche
…dove tutto è mobile
dove tutto è tutto e anche l’incontrario
…dove tutto appare e svanisce senza soluzione di continuità
senza un attimo di tregua
…dove la partecipazione esterna esiste solo
per generare altri pensieri e altri stati
dimentichi del precedente
ma fermamente ancorati al passato e ad improbabili futuri
smemorati del presente
…e ti chiedi il senso di questa indagine
indagine sterile
di cui non riesci a fare a meno
a cosa ti porta ciò
e …se gli altri sono soggetti come te
al medesimo moto, alle medesime leggi…
se si …ti consola?
no
ti chiedi se è possibile sottrarsi
a queste modalità
questa infinita spiga di grano
senza inizio né fine
dove l’analisi in sezione composita
si presenta sempre e comunque come un uroboro
1 commento:
Divinamente scorgo questo Tuo spazio!
Ora so che posso venire qui per trovare parole sublimi che incantano l'Anima del Tuo Amore!
Ti voglio bene Claudio
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